Lara Ventisette, psicoterapeuta specializzata in terapia breve strategica, ci spiega quali sono i passi più importanti da intraprendere per crescere bambini e bambine “forti e capaci di affrontare questo mondo brutto e cattivo”, come lei stessa, ironicamente, lo definisce.
Dottoressa quali sono gli stili educativi che favoriscono lo sviluppo dell’autostima nei bambini e nelle bambine?
Non ho ricette preconfezionate ma l’esperienza clinica trentennale ha portato il Centro di Terapia Strategica di Arezzo a cui sono affiliata ad individuare alcuni dei modelli familiari più in auge negli ultimi vent’anni tra le famiglie italiane.
Il primo è il modello familiare iperprotettivo, il secondo quello democratico permissivo, il terzo è quello intermittente.
Il punto è che non ne esiste uno più efficace in assoluto.
Il primo passo che può fare un genitore è quello di riconoscere il proprio stile educativo, quello che è nelle sue corde, che rispecchia i suoi valori. Il secondo passo è creare un equilibrio in famiglia tra diversi stili educativi in modo da negoziarne uno che possa rispecchiare entrambi i genitori con il fine di far fronte comune con i figli. Diversamente si rischia di confonderli proponendo un modello familiare intermittente che li destabilizza e crea mancanza di fiducia nei genitori.
Il terzo passo ( ma anche il secondo passo) è quello della flessibilità, ovvero rendere flessibile il proprio modello educativo familiare. Il pericolo più grande è proprio la staticità del modello educativo sempre uguale a se stesso, applicato senza discriminazione a situazioni e momenti diversi, e a figli diversi. Il “segreto” è quindi evitare la rigidità dunque e introdurre nel copione del modello familiare prevalente ingredienti di copioni differenti.
Dottoressa e la famosa coerenza invocata da alcuni genitori/ educatori?
La coerenza ha senso se quello che facciamo produce risultati. Spesso accade che in un momento di difficoltà dei figli, anche se ci rendiamo conto che i tentativi di soluzione da noi proposti non funzionano, continuiamo a insistere ed è lì che rischiamo di creare il problema. Ai genitori dico di diffidare delle teorie e di entrare in sintonia con i propri figli e di trasformare l’ONERE EDUCATIVO in ONORE EDUCATIVO! Abbiamo l’ONORE di aiutare i nostri figli a costruire la propria autostima. E lo possiamo fare evolvendoci noi e continuando a crescere. L’autostima è un tema chiave che salta fuori sempre in psicoterapia e non solo in persone con patologie. Mi appassiona come tema così come mi appassionano i bambini visto che, oltre ad essere mamma, coordino da oltre 15 anni un baby parking a Crespellano per bambini da 0 a 3 anni e che ho insegnato yoga ai bambini per diversi anni.
Lara ci può dare tre consigli pratici da applicare in maniera semplice nella vita di tutti i giorni?
Un consiglio pratico e quotidiano è quello di privilegiare il SUPPORTO rispetto all’ELOGIO che schiaccia il bambino e lo carica delle aspettative dei genitori.
Per dare supporto bisogna avere la pazienza di INCORAGGIARE IL BAMBINO A FARE, PROVARE, SBAGLIARE. Dare la possibilità di fare tentativi, prove e errori lo incoraggiano e lo invogliamo alla determinazione. William James ha definito l’autostima come la distanza tra la persona che sentiamo di essere e quella che vorremmo essere. Più grande è questa distanza più bassa è l’autostima.
L’autostima non si REGALA! E’ un processo che può essere costruito e si costruisce sfida superata dopo sfida superata. Insomma ci si deve mettere alla prova.
Il secondo consiglio ( e ce ne sarebbero tanti) è l’AUTONOMIA. Così come l’autostima anche l’autonomia non arriva magicamente in corrispondenza di un’età anagrafica. “mio figlio ha compiuto 18 anni e non sa cucinare da solo”, “mio figlio ha dieci anni e non si lava i denti da solo”.
Ricordiamoci che l’età non c’entra. Se un figlio non è autonomo bisogna fare un passo indietro per poi poterne fare due avanti, riaccompagnandolo gradualmente e pazientemente all’acquisizione della competenza. Così se a dieci anni non si lava i denti da solo, allora ci laveremo i denti insieme tutte le sere, magari alla stessa ora in modo che diventi un rituale e anche un gioco e dopo un certo periodo in maniera distratta e leggera gli dirò che vado a controllare l’acqua della pasta e poi ritorno, così fino a quando non lo farà lui da solo. Un passo alla volta per conquistare l’autonomia in maniera graduale e paziente ogni volta che la competenza non è stata acquisita.
Il terzo consiglio è quello di prendersi cura di tutti e 4 i pilastri dell’autostima.
L’autostima è come un edificio rotondo sostenuto da 4 pilastri:
In Italia purtroppo l’autostima è misurata secondo il rendimento scolastico. Così i bambini e i ragazzi pensano “ se vado bene a scuola mi vogliono bene, se no no”. E’ necessario aiutare i bambini a diventare ciò che desiderano di essere in ciascuno di questi ambiti.
Se nel caso di insuccessi scolastici il genitore punisce il figlio impedendogli di vedere gi amici o di fare sport aumentiamo ancora di più la sua frustrazione e lo lasciamo solo nell’ambito dell’insuccesso. I pilastri dell’autostima sono tutte colonne portanti e vanno tutte costruite e rinsaldate continuamente così se un terremoto ne dovesse danneggiare una, l’edificio sta in piedi lo stesso.
E con i bambini più piccoli?
L’autostima ha origini fin dalla nascita. Il bimbo inizia subito a costruirsi immagini di se stesso e fin da subito è bene che la famiglia identifichi il proprio stile educativo per riconoscerlo ed evitare la famosa rigidità di cui parlavo all’inizio. Così come è bene far fronte comune tra i genitori!
Lara oltre a tenere sedute individuali pensi di organizzare percorsi per le famiglie?
Si a settembre 2019! Sto preparando un workshop a cicli per aiutare i bambini a costruire l’autostima. Maggiore info su www.laraventisette.com
Intanto vi segnalo due libri del prof. Giorgio Nardone del Centro di Terapia Breve e Strategia, Modelli di famiglia e Aiutare i genitori ad aiutare i figli.
{ 0 comments… add one now }