Sta per finire la scuola e i bimbi sono stanchi e affaticati. Come aiuta il contatto con la natura? Farli riposare significa lasciarli in casa o portarli fuori a contatto con il verde? Ci risponde Estella Guerrera, psicologa, atelierista, progettista sociale.
Per riflettere sul tema di oggi, vi propongo un brevissimo gioco di ascolto.
Prima aprite questo link: https://www.youtube.com/watch?v=8mrFvoLINIM
Poi seguite il link e fate partire l’audio con un click: http://meditationroom.org/free-nature-sounds/forest-walk-audio/
Se foste al termine di una giornata faticosa, stanchi, privi di energie, magari un po’ arrabbiati, quale dei due ambienti sonori vi aiuterebbe di più a rilassarvi? Su quale ritmo sarebbe più facile sintonizzare il respiro, per riposare?
Ora immaginate una bambina o bambino che, proprio come voi, si confronta quotidianamente con “le-cose-da-fare”, in contesti che spesso sono pieni, stressanti, obbligati: gli spostamenti, la scuola, le relazioni in gruppo, il rendimento, i compiti, le routine.
Se voleste creare per lui un luogo di benessere e di riposo, in cui ricaricare le energie, dove sarebbe? In una stanza chiusa piena di oggetti, oppure in un luogo aperto e ampio, vivo, pieno di possibilità da esplorare?
Un ambiente domestico o urbano sono certo stimolanti e “pieni”, ma quando sentiamo la necessità di ritrovare il nostro corpo, lo spazio, il contatto con la nostra natura profonda, abbiamo tutti bisogno di immergerci nel lento ciclo di vita degli elementi naturali, a cui noi stessi apparteniamo: terra, aria, nuvole, alberi, vento, mare, pioggia e sole.
Nel nostro mondo attuale, il tempo libero all’aperto si è drasticamente ridotto: solo pochi bambini giocano regolarmente nella natura e in “luoghi selvaggi” e pochi altri hanno la possibilità di riposare in ambienti naturali.
Eppure, per il nostro ritmo interiore di creature umane sarebbe molto facile accordarsi sul ritmo di un ambiente naturale. Soprattutto per i bambini, che sono maggiormente in grado di sentire la natura selvatica del corpo, percependo gli altri e il mondo circostante con immediatezza fisica e attraverso il contatto diretto.
Per loro, il riposo e il tempo libero nella natura, gestito in autonomia, senza attività guidate o finalizzate a un qualche tipo di risultato, non dovrebbe essere soltanto una possibilità.
Come ci ricorda la Convenzione per i Diritti dell’Infanzia* i bambini hanno “diritto al riposo e al tempo libero”. A ogni bambina o bambino (e anche agli adulti!) deve essere garantito il diritto di riconnettersi con la natura durante il proprio tempo libero: riposare, ascoltare, stare fermi, esplorare, correre, rotolare, arrampicarsi, immergersi, spruzzarsi e sporcarsi.
Per creare una memoria di esperienze in libertà, che aiutino stare bene e a portare il proprio benessere anche in contesti diversi e più “addomesticati”.
Per approfondimenti (in inglese) sul tema, vi consiglio il network Children & Nature: http://www.childrenandnature.org/learn/research-resources/
*Si fa riferimento all’Art 31 della Convenzione internazionale per i diritti del Fanciullo: “Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica.”
Image courtesy of antpkr at FreeDigitalPhotos.net
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